“I limiti proprio come le paure sono soltanto un’illusione”.
Tommaso Basso ed i suoi vent’anni con la “J” sul petto.
Vent’anni di Basket Club Jesolo. Vent’anni di amore incondizionato, con il pallone da basket in mano e con quella “J” sulla maglietta che per luì è molto più di un segno di identità ma la sua “famiglia”.
Provate a chiedere a Tommaso Basso (nella foto) che cosa significhi per lui la pallacanestro a Jesolo. E se vi si stringerà il cuore per quanto affetto per la nostra società e squadra provi Tommaso. “Per me Basket Club Jesolo significa una cosa sola FAMIGLIA” e ce lo scrive proprio lui tutto in maiuscolo. “Uno dei ricordi più belli che porterò sempre con me è il giorno che ho esordito con la maglia della prima squadra, nonostante si trattasse “solo” del campionato di Promozione” ci racconta Tommaso. “Mi ricordo l’emozione di fare canestro e portare il mio contributo anche se piccolo alla vittoria che poi avremmo ottenuto”.
Raccontaci un po’ di questo tuo forte attaccamento al Secis B.C. Jesolo Tommaso… E da dove è nato… “La mia passione per il basket nasce dalla passione dei miei genitori, papà Francesco e mamma Alessandra, che sono stati entrambi giocatori e avrebbero voluto che iniziassi a 4 anni ma ero troppo piccolo quindi ho dovuto aspettare l’anno successivo per poter iscrivermi a minibasket”. “Quindi ho cominciato la mia “avventura” nella pallacanestro a 5 anni nel lontano 2001 proprio con il Basket Club Jesolo la squadra della mia città che da quel momento non ho mai lasciato e che continuo a frequentare tutt’ora”.
Quindi buon ventesimo compleanno con noi Tommaso, alla prima occasione, mi raccomando festeggiamo assieme in palestra! “Oltre a praticare questo magnifico sport col BCJ ho sempre seguito la prima squadra in tutte le partite sia in casa che in trasferta essendo presente a tante promozioni della nostra società, affrontando trasferte impegnative ma sempre con la voglia di essere presente e fare il tifo per la MIA società”.
La tua vita, però, caro Tommaso, è stata segnata indelebilmente da un incidente… “La mia vita purtroppo è cambiata in modo irreversibile da quel momento. Da giocatore ho provato una grande e cocente delusione. Insieme alla mia squadra, la under 19, avevamo appena conquistato le finali regionali per giocarci il titolo di campioni. Ho avuto l’incidente proprio nella settimana precedente a questo incredibile evento, la rabbia di non essere stato lì a combattere in campo con i miei compagni e non poter dargli una mano è ancora oggi un rammarico che mi porto dentro”. “C’è un però… Mi ricordo quando, dopo aver vinto la finale i miei amici mi hanno chiamato urlando e festeggiando insieme al telefono come se fossi stato lì con loro. E quando sono venuti tutti a trovarmi in ospedale portando la coppa per fare la foto di squadra è stata un’emozione incredibile. Non potete nemmeno immaginare quanto fossi contento” dice Tommaso Basso.
Un rammarico che ti porti ancora dentro oggi. Tommaso da queste parole si capisce, a distanza di anni, quanto nella tua testa, nel tuo cuore, nella tua anima pulsi il B.C. Jesolo.
“Uno degli altri momenti più emozionanti che ho vissuto grazie allo Jesolo è stata la visita che ho ricevuto dal mio dirigente di riferimento da 19 anni a questa parte Mauro Zorzan e il mio presidente Emil Cavallin. Sono venuti a trovarmi in ospedale con una canotta degli Harlem Globe Trotters che erano stati a Jesolo. Mi hanno fatto una vera sorpresa e un grande regalo e ricordarmi che il basket non si era dimenticato di me e io non mi ero dimenticato di lui nonostante la mia vita avesse cambiato direzione”. “Vorrei citare il mio allenatore Massimo Guerra che mi ha sempre insegnato come “il basket e lo sport siano una palestra per la vita”. Penso che questo fondamentale di vita mi abbia aiutato a superare tutte le difficoltà che mi si sono presentate, l’attitudine al sacrificio alla disciplina ed allenarsi per ottenere degli obiettivi, consigli che mi hanno aiutato a recuperare sia fisicamente che mentalmente” prosegue Tommaso.
Da giocatore al corso per diventare allenatore il passo è stato breve. “Dal momento che non potevo per ovvi motivi più essere un giocatore di pallacanestro in tanti mi hanno detto “ma perché non fai il corso allenatore e non vieni a darci una mano in palestra con il settore giovanile? E così è stato”. “Ho fatto il primo corso ed ho iniziato ad andare in palestra ad aiutare gli altri allenatori cercando di “rubare” ogni giorno dalle loro conoscenze e capacità per creare il mio bagaglio personale e così continuo a fare ancora oggi, dopo aver svolto anche il secondo corso da allenatore”.
“Oggi dunque cerco di lavorare con i ragazzi giovani per trasmettergli la grande passione che ormai da 20 anni mi porta in palestra per stare vicino a questo meraviglioso sport. Non sono mai stato il più forte giocatore dello Jesolo o cose simili ma quello che vorrei cercare di trasmettere a questi ragazzi, anche in base alla mia esperienza personale è che solo il sacrificio e il lavoro duro portano dei risultati, ma non solo nel basket, in qualunque ambito della propria vita. A me un dottore aveva detto che non avrei più camminato e invece sono ancora qui a cercare di insegnare qualcosa alle nuove generazioni sperando che si innamorino di questo sport” è l’insegnamento che Tommaso Basso ci sta dando a noi tutti.
“Per citare Michael Jordan “limits like fears are often just an illusion” i limiti proprio come le paure sono soltanto un’illusione”.
Sai caro Tommaso, a volte passiamo giorni interi a parlare con amici, persone a noi care e appena conosciute e alla fine delle chiacchierate ci si ritrova sempre al punto di partenza senza aver risolto nulla. Però, almeno personalmente, avendo potuto trascrivere quanto ti è venuto fuori senza tanti giri di parole, posso tranquillamente dire che il sottoscritto e chi ti leggerà ma soprattutto chi ha la fortuna di conoscerti possa imparare da te tante di quelle cose che nemmeno sui libri stanno scritte.
Grazie Tommaso, sei unico… e grazie per i vent’anni con noi!
Ufficio stampa – Thomas Maschietto