Secis BCJesolo: Una storia di oltre mezzo secolo, che si è rinnova con entusiasmo. Domenica scorsa il ritorno in campo.

La sconfitta all’esordio della C Gold del Secis BCJesolo non ha smorzato gli entusiasmi di un ambiente abituato a nutrirsi di basket da più di mezzo secolo di storia sportiva nel litorale.

Jesolo, città balneare famosa per la sua camminata pedonale in via Bafile, per la spiaggia, il sole, i castelli di sabbia e da qualche anno a questa parte per Miss Italia ha radicato nel suo territorio sportivo una palla che rimbalza sul parquet con le mani che spuntano fuori dagli spicchi, foto nostalgica e sempre viva del logo storico del nostro Basket Club.

Mezzo secolo di storia che continua imperterrito a crescere negli anni. Mai come questo anno però ha messo a rischio le coronarie di noi tutti che cresciuti con la palla di basket in mano e il profumo del mare nel dna attendevamo con ansia l’inizio del campionato. La pandemia ci ha tenuti lontano un anno intero ma la nostra voglia di esserci ha prevalso su paure, incertezze e dubbi per affrontare un campionato da prendere giornata per giornata, tra esiti di tamponi e gare da preparare.

Serviva una guida tecnica esperta per ripartire, coach Giovanni Teso, persona seria ed affidabile per cui metteresti volentieri la mano sul fuoco per lui, è il profilo su cui la nostra società ha puntato per ripartire la scorsa estate. Confermata in blocco tutta la squadra dell’anno scorso, rinforzata dal ritorno a casa di Davide Bovo e dall’arrivo di Leonardo Biancotto in crescita nella prima squadra della Reyer (esordio con canestro a Milano nella massima serie).

Quando si parla di Secis BCJesolo non si po’ fare a meno di pronunciare i nomi di giocatori come Nicola Ruffo, Matteo Maestrello, Nicola Maestrello. “Qui sono a casa mia” ha detto una volta il Mays più piccolo, pensiero che molta gente condivide appieno quando varca le soglie del Pala Cornaro. Il presidente Emil Cavallin ha radici cestistiche nella sua Jesolo e quelle quando ce le hai, ce le hai per sempre. E poi c’è Mauro Zorzan, che senza sminuire il lavoro che stanno facendo e hanno fatto tutti gli altri, di mezzo secolo di storia biancorossa ne ha da raccontare un bel po’.