Ogni sportivo sa che gli infortuni, al pari di successi e sconfitte, campionati vinti e prestazioni negative, fanno parte del suo DNA. Qualunque sia il livello raggiunto, dilettanti e professionisti hanno su di loro quella sorta di spada di Damocle che potrebbe cambiare una stagione o un’intera carriera.

Lo sa bene Nicolò Gatti, l’ala proveniente da Vigevano e che anche grazie alle ottime prestazioni fatte vedere negli scorsi playoffs in maglia Elachem, era stato individuato dalla Rucker come un rinforzo di assoluto valore. Lo sa bene “Jimmy”, dicevamo, perché dopo aver patito negli anni alcuni stop proprio per infortunio e ritornato ogni volta in campo con ancora più voglia, rischia di dover accantonare le sue aspirazioni in maglia Rucker a causa della diagnosi – certificata negli ultimi giorni – relativa all’infortunio patito nella partita contro la Virtus Padova in pre-season: rottura del legamento crociato anteriore.
Nicolò Gatti: “Non ci voleva proprio. Sono dispiaciutissimo, sia per me sia sia per la Rucker ed i miei compagni di squadra con cui ho da subito creato dei legami importanti. L’operazione sarà ai primi di ottobre, il Professor Rocchi è uno dei massimi esperti in materia e la riabilitazione sarà seguito da Luca Antenucci e dallo staff sanitario della Rucker. Fa parte del gioco, è successo e occorre guardare avanti. Le tempistiche parlano di sei mesi e l’obiettivo è tornare in campo con la maglia bianconera appena avrò l’ok per farlo”.
Michele Gherardini (GM Rucker): “Sicuramente dispiace tantissimo per Nicolò perchè in pochissimo tempo è entrato in grande empatia con tutti noi. Ovviamente, dispiace anche aver perso una pedina fondamentale della squadra che avevamo in mente. Non poterne disporre ci penalizza perché contavamo molto sulla sua leadership tecnica e di spogliatoio. In questo momento, Nicolò è insostituibile, il mercato non offre giocatori del suo calibro.
Stiamo monitorando le varie opzioni e continueremo a farlo, non bisogna avere fretta pur avendo la necessità di integrare la sua mancanza. Gli obiettivi restano invariati e proviamo a ragionare sul medio-lungo periodo piuttosto che sulle difficoltà”.