Ha iniziato a palleggiare il primo pallone proprio nelle nostre palestre. Qui a Mirano. Allenandosi e divertendosi, come ci ricorda lei, assieme ai tanti amici maschi con cui ha incominciato a innamorarsi della palla a spicchi. Una passione travolgente che l’ha portata dalla Pallacanestro Mirano fino all’Europa: oggi Arianna Zampieri gioca in Germania all’Eintracht Braunschweig dopo aver indossato in carriera anche le prestigiose canotte del GEAS, Pozzuoli, Venezia e Broni in serie A1, dell’AlpoBasket, Udine, La Spezia, Marghera, Treviso e Lucca in A2.

In totale 3585 punti realizzati lungo lo Stivale, prima della nuova avventura in Bundesliga-2 che inizierà proprio domani, sabato 21 novembre alle 17,30 contro l’Alba Berlino, dopo tanti rinvii dovuti a soste e problemi di Covid.

E in occasione del nostro Cinquantesimo, non potevamo non andare a disturbare Arianna in Germania, per farci raccontare i suoi ricordi e le sue emozioni a tinte biancoblù. E non solo.

Arianna, immaginiamo che per te sia impossibile non portare nel cuore un po’ di Pallacanestro Mirano…

«E come si fa? È il posto dove ho iniziato a giocare. Avevo sei anni, ricordo molto bene l’emozione di quegli anni. Giocavo insieme ai maschi, perché nel minibasket era ancora tutto misto. A Mirano mi legano tantissimi bei ricordi, e molte persone che ancora oggi porto nel cuore».

 

Sei partita da Mirano per una grande carriera: quando hai capito che il basket poteva diventare la tua vita?

«Sinceramente non l’ho capito subito. A 13 anni ho dovuto fare la prima scelta difficile, lasciando questa società, Mirano, tanti amici ed amiche per andare a giocare e allenarmi in un club che poteva aiutarmi a fare il salto di qualità. Mi sono impegnata molto e a 17-18 anni ho capito che la pallacanestro poteva diventare il mio lavoro».

 

Hai qualche consiglio da dare alle nostre ragazze che sognano di seguire le tue orme?

«La cosa più importante è divertirsi in allenamento. Imparare divertendosi. Il settore giovanile è forse la fase più delicata, dove solitamente si rischia di mollare. Se invece ragazze continuerete ad allenarvi e a divertirvi allora vedrete che raccoglierete i frutti dei vostri allenamenti, perché quando avete dato tutto, avete fatto quello che dovevate».

 

Arianna, venendo a te, invece, com’è nata quest’avventura in Germania?

«Dopo l’anno al GEAS, volevo provare nuovi stimoli ed è capitata questa occasione. Anche se ammetto che anche qui non è facile: dobbiamo ancora giocare la prima partita in campionato tra rinvii e nazionali: forse sabato giocheremo la prima, ma sono cinque settimane che dovevamo iniziare. Speriamo davvero bene».

 

Com’è la situazione in Germania?

«Diciamo che la prima ondata ero abbastanza spaventata, anche se ero ancora in Italia. Ora dopo l’estate la vivo con meno angoscia, anche se non tutte le precauzioni del caso. Anche perché questa situazione mi ha fatto fare delle valutazioni importanti sulla mia vita e mi ha fatto capire quali sono le priorità».

 

Le esperienze migliori della tua carriera fin qui?

«Direi le stagioni a Broni e quelle a Verona con Alpo. Nel primo caso ero in un gruppo fortissimo che ha vinto, ed è diventato una seconda casa. A Verona ho vissuto una bella esperienza, con un bel gruppo, a cui è mancata la ciliegina sulla torta della promozione».

 

Sperando di cominciare, seguirai le nostre ragazze nell’avventura in C femminile?

«Voi datemi il link delle vostre partite e sarò lì a tifare per Mirano».