Ieri sera il Presidente della Fip nazionale Gianni Petrucci era a Padova. L’occasione è stata data dalla conviviale “Il basket a Padova” organizzata al Golf Club La Montecchia dal Cenacolo, club che da trent’anni coniuga cultura e sport nella città euganea. Proprio il presidente del circolo Sergio Melai, insieme al suo vice Jacopo Tognon (fresco di nomina a vicepresidente della Lega Pro in Figc) ed all’assessore allo sport del Comune di Padova Diego Bonavinaha sollecitato Petrucci su varie tematiche.

Il presidente federale si è sottoposto volentieri a tutte le domande, glissando soltanto su quella riguardante il futuro del Coni. “Seguo con particolare affetto Padova e in generale il Veneto – ha esordito Petrucci -: qui c’è sempre stata una grande passione. Padova è una città che ama il basket: penso all’amico Gianfranco Bernardi, un antesignano ispirato a lucida follia, e ricordo ancora i sacerdoti (l’Antonianum con il Petrarca, ndr) che investivano nello sport… Ancora oggi ci sono grandi numeri ed una società, le Lupe San Martino, che nel femminile rappresenta un modello assoluto”.

Modello e numeri che sono stati illustrati ai presenti dai presidenti Fip regionale e provinciale Roberto Nardi e Flavio Camporese: “Padova è la terza città in Italia, dietro Milano e Bologna – ha sottolineato Nardi –. Manca una società “faro” nel maschile; mentre nel femminile, San Martino di Lupari è una realtà ormai consolidata a livello nazionale: da quando è salita in massima serie, ha sempre fatto i play off ed ora compete con società strutturate e di tradizione, quali Venezia e Schio sempre nella nostra regione, Ragusa o Lucca e Napoli”“Tra Padova e provincia abbiamo 70 società per 7.500 atleti tesserati – specificava Camporese –: un movimento cui vanno aggiunti inoltre circa 900 dirigenti e gli allenatori”. Il presidente federale, su sollecitazione dell’assessore Bonavina che ha ricordato come parte integrante di questo fermento sono anche il movimento giovanile e realtà legate alla disabilità, quali Basket in carrozzina e Baskin, si è lasciato andare a una mezza promessa: “Portare la Nazionale a Padova? Purtroppo, per gli eventi a livello internazionale siamo vincolati ad impianti di almeno 5.000 posti: se coprite lo stadio o fornite un palasport adeguato, verremo di sicuro!”.

Proprio la riflessione sulla maglia azzurra, ha dato al presidente Petrucci la possibilità di fare altre considerazioni. “Vestire la maglia azzurra per ogni atleta è un sogno: quando la indossi, infatti, è la dimostrazione tangibile che rappresenti più della tua città o del tuo club… Tra l’altro, con la Nazionale maschile è ormai vent’anni che non si va a un mondiale e l’ultima partecipazione, peraltro visto che era possibile, l’avevamo addirittura comprata: ora siamo distanti una sola vittoria, da ottenere in una delle ultime quattro gare; sarebbe come toccare il cielo con un dito!”.

“Il fenomeno del 3 contro 3, che riporta ad un basket basico quello che si gioca al campetto, ci è scoppiato in mano. Nel femminile, siamo addirittura campioni del mondo; ma ripetersi sarà molto difficile: alle Olimpiadi, infatti, si qualificano solo otto squadre. Sarebbe, però, davvero affascinante!”.

“A metà mandato, con la prospettiva di Tokyo 2020 e Cina 2019, dico che i Giochi Olimpici sono l’obiettivo. La popolarità che dà la partecipazione all’Olimpiade negli sport di squadra, infatti, rappresenta un sogno. Certo, nel basket i Mondiali sono affascinanti, vista la partecipazione del Dream Team NBA; ma vivere l’esperienza del Villaggio Olimpico, dove ogni mattina ti svegli e puoi incrociare il campione di una disciplina diversa o, come quando ero presidente del Coni, macini chilometri ogni giorno per andare a vedere una gara… non ha paragoni!”.