Home Allenatori Capire l’attacco alla zona – parte 1

Capire l’attacco alla zona – parte 1

0
1298

Riportiamo di seguito la prima parte degli insegnamenti di Franco Ciani relativi all’attacco alla zona, presentati durante il corso nazionale allenatori del 2016.

Lavoriamo principalmente su attacco alla zona pari, ma nell’arco di questa lezione, andremo a vedere come, con alcune piccole variazioni, le stesse idee siano adeguabili a zone dispari e zone match up.

Ci sono punti in comune per quanto riguarda una costruzione d’attacco contro uomo e contro zona così come alcune differenze sostanziali.
La ricerca del vantaggio o di costruire e sfruttare situazioni di vantaggio, o situazioni nelle quali l’attacco ha la possibilità di muovere palla e giocatori con efficacia in una situazione di difficoltà ed emergenza della difesa, rappresentano una costante.

È chiaro che le spaziature, il timing, i criteri ed i concetti del vantaggio sono diversi tra difesa individuale e difesa a zona. Spesso mi capita di paragonare l’attacco alla zona a qualcosa di musicale: il ritmo dell’attacco alla zona diventa fondamentale. L’interruzione del fluire dell’azione, di questo ritmo, o la non capacità di mantenere continuità nel movimento da parte dei giocatori senza la palla, e di conseguenza di muovere la palla in maniera sincrona, crea maggiori difficoltà, perché è proprio la ricerca di far muovere, far girare, adeguare, spostare la zona, che viene dato dalla capacità di andare insieme a questo ritmo e di capire quali sono gli spazi vantaggiosi in cui muoversi e colpire.

Una zona va attaccata sia sugli spazi perimetrali sia su quelli interni. Troppo spesso si cade, per disabitudine, per noia, fa perdere lucidità prendendo l’attacco ripetitivo facendo perdere la capacità di come uscire da questa monotonia.

Il movimento della palla solo perimetrale induce prima o poi a un tiro da fuori, che diviene un male necessario. La zona spesso ti induce a pensare di poterti affidare con costanza e facilità ad un tiro da 3. Se parti con un 3su3 dall’arco, o l’avversario è talmente solido e convinto e ti manda fuori ritmo, oppure cambierà difesa.

La nostra capacità deve essere di costruire i tiri migliori, anche in quella che la difesa pensa essere la zona di maggiore consistenza, in avvicinamento negli spazi interni.

Il primo concetto fondamentale è la distanza tra i giocatori, che deve essere funzionale all’attaccare gli spazi, i punti deboli della zona, e ad una ritmica ed efficace circolazione di palla; ciò vuol dire che non possiamo mai posizionare due giocatori troppo vicini o marcati simultaneamente da uno stesso giocatore.

Non può essere nemmeno una distanza eccessivamente dilatata perché sennò ci toglie capacità di muovere velocemente la palla: il giusto equilibrio fra spostamenti della palla eseguiti con passaggi ed utilizzo del palleggio, rappresenta un’altra delle chiavi importanti.

L’uso dei tagli, soprattutto dietro i difensori, dal lato debole, con la difesa zona che si muove in funzione della circolazione della palla, mette in grande difficoltà i difensori della seconda linea. Infine non dobbiamo dimenticare l’uso dei blocchi sulla palla e lontani dalla palla.

La spaziatura dei giocatori può rendere un attacco più facile ed efficace come difficile e complesso poiché deve considerare tutte le variabili.

Nei Diagrammi n.1 e n.2 vediamo una spaziatura poco efficace, linee di passaggio troppo brevi, e la prima linea può adeguarsi, muoversi, ed impedire una facile ricezione sul post e non subire un passaggio di ritorno.

Diagramma n.1 (sx) e Diagramma n.2 (dx)

Invece con queste spaziature (Diagrammi n.3 e n.4), il 5 giocando dietro, obbliga x1 a fare una scelta precisa, ed in base a quella può avere il vantaggio che chi riceve palla ha nel suo cono visivo il maggior numero di compagni.

Diagramma n.3 (sx) e Diagramma n.4 (dx)

Un altro aspetto che mi piace molto sottolineare è che chi gioca su linea di fondo, che sia interno di ruolo o esterno, deve giocare sempre osservando la palla, alle spalle, obbligando il difensore della seconda linea ad anticiparlo, o se ha preso posizione a schiacciarlo dietro. Ma, se si trova dietro, lo obbliga a stare a contatto dilatando gli spazi con gli altri difensori. L’altro aspetto fondamentale è quello della capacità di utilizzare il palleggio, non solo per uno spostamento minimo della palla, quanto per l’idea di attaccare in palleggio.

Qui dobbiamo dividere due idee:

  1. Se siamo in situazione statica e voglio aprire linea di passaggio, devo attaccare uno dei due giocatori, obbligarlo a fare uno spostamento e di lì aprirmi linea di passaggio (Diagramma n.5);
  2. Pensando invece alla circolazione, sulla dinamicità voglio attaccare lo spazio tra i 2 giocatori in movimento (Diagramma n.6): mentre arretra devo attaccare prima che arrivi seconda linea.
Diagramma n.5 (sx) e Diagramma n.6 (dx)

Attaccare con la palla gli spazi che sono in mezzo alle zone di competenza dei difensori.
La difficoltà è quando la palla, con passaggi, penetrazioni o senza palla, si muove negli spazi di competenza. Per cui, se io mi accoppio con una zona 2\3 e gioco due guardie la difesa ha meno difficoltà, quindi devo giocare negli spazi.

Da qui nasce quello che farà l’attacco e che andremo a costruire: ricordiamoci questa idea di utilizzo del palleggio.

L’idea dunque è di attaccare spazi, dilatare spazi tra difensori, attaccare zone di competenza, tagliare dietro, e obbligare la difesa a girarsi. Quindi portare uomo centrale fuori, invitare a farci seguire su alcuni tagli, attaccare in mezzo alle zone di competenza.

Vediamo il globale 5c0 nell’ipotesi 4 esterni – 1 Interno (Diagramma n.7 e Diagramma n.8): focalizziamo, e poi spezziamo.

Diagramma n.7 (sx) e Diagramma n.8 (dx)

Il giocatore 3 ha tre passaggi, e cerchiamo sempre di portare 2 movimenti simultanei di responsabilità dello stesso o, dove non è codificato chi debba occuparsi, di uno dei due.

Letture in base al comportamento della difesa

X3 RESTA: 3 libero vicino al ferro per concludere o per mantenere il vantaggio

Diagramma n.9

X3 A/R: 3 sprinta in angolo opposto per creare sovrannumero

Diagramma n.10 (sx) e Diagramma n.11 (dx)

Palla al post alto

Fine prima parte!

La prima parte della lezione di Franco Ciani sull’attacco alla zona si conclude qui: presto pubblicheremo anche la seconda parte, con la possibilità di scaricare l’intero documento contenente tutti gli appunti del corso.